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Snack energetico, alternativa ai cereali e alle merendine industriali: le castagne sono un alleato prezioso, ma vanno dosate e cucinate con attenzione.
Le castagne sono un alimento altamente calorico e a indice glicemico medio-alto (circa 60): per questo è importante considerarle come fonte di carboidrati complessi e non come semplice “frutto da fine pasto”. Una porzione consigliata è di circa 60 grammi, pari a 6–7 castagne, da consumare una o due volte al giorno in sostituzione di altre fonti glucidiche, non in aggiunta. Ideale inserirle a colazione, come spuntino pre-allenamento o a metà pomeriggio.
Mangiare castagne tutti i giorni, in assenza di problemi gastrointestinali, può apportare benefici: si fa il pieno di vitamine, minerali, antiossidanti, si sostiene la flora batterica intestinale e si contribuisce a tenere sotto controllo il colesterolo grazie a fibre, omega 3 e omega 6. L’elevata densità energetica aiuta ad affrontare le giornate fredde con maggiore vitalità, soprattutto per sportivi, anziani e persone in fase di recupero fisico.
Grande il ruolo dei metodi di cottura. Le caldarroste o le castagne al forno risultano più caloriche rispetto a quelle bollite, che sono preferibili nei regimi ipocalorici. Al contrario, in caso di diabete è meglio limitarle bollite, perché la cottura in acqua rende l’amido più disponibile, innalzando la risposta glicemica. Esistono anche preparazioni “al sale” che permettono di ottenere una polpa morbida, saporita e non bruciata.
Sul fronte della conservazione, le castagne possono essere congelate sia crude sia già cotte (arrosto o al forno), dopo accurato lavaggio, asciugatura e sbucciatura. In questo modo restano disponibili anche oltre la stagionalità, pronte per essere usate in zuppe, purea, dolci e pancake a base di farina di castagne.
Non mancano le controindicazioni. Un consumo eccessivo può causare gonfiore addominale, crampi, acidità, soprattutto in presenza di colite, aerofagia o intestino sensibile. Chi presenta obesità, iperlipidemia, glicemia alta o diabete di tipo 2 deve inserirle con moderazione, valutando le quantità con il proprio medico o nutrizionista. L’elevato contenuto di tannini può irritare la mucosa intestinale se si eccede con le porzioni.
Attenzione infine alle castagne matte, frutti dell’ippocastano, molto simili ma non commestibili: il riccio verde con spine rade le distingue dalle castagne vere. Un controllo visivo attento evita errori potenzialmente rischiosi. Le castagne, consumate nelle giuste quantità e ben cotte, restano comunque uno dei simboli più gustosi e salutari dell’autunno italiano.