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La vitamina del sole è essenziale per il corpo, ma l’obesità ne riduce i livelli: ecco come spezzare questo circolo vizioso.
È una delle domande più discusse in nutrizione: la carenza di vitamina D è una conseguenza dell’obesità, o può addirittura favorirla?
La risposta, secondo la comunità scientifica, è chiara: il peso in eccesso tende a ridurre i livelli di vitamina D, non il contrario. Ma il legame tra queste due condizioni è più complesso di quanto sembri.
La vitamina D non è solo “l’alleata delle ossa”: partecipa al funzionamento del cuore, del sistema immunitario e regola i meccanismi di infiammazione. Tuttavia, è una molecola liposolubile, quindi si accumula nel tessuto adiposo.
In chi ha una massa grassa elevata, gran parte della vitamina D resta “intrappolata” nel grasso corporeo, e non circola nel sangue: ecco perché i livelli plasmatici risultano più bassi.
A questo si aggiungono due fattori aggravanti:
Minore esposizione solare, tipica di chi conduce una vita più sedentaria;
Infiammazione cronica, che altera la conversione della vitamina D nella forma attiva.
Una carenza prolungata può compromettere il metabolismo, aumentare la sensazione di stanchezza e peggiorare la gestione del peso. Alcune ricerche ipotizzano che bassi livelli di vitamina D possano interferire con la produzione di leptina, l’ormone che regola la sazietà, spingendo inconsciamente a mangiare di più.
Non sempre la carenza di vitamina D si manifesta con segnali evidenti. Tuttavia, se compaiono dolori muscolari, crampi, stanchezza persistente, irritabilità o calo dell’umore, è consigliabile un semplice esame del sangue (dosaggio della 25(OH)D).
I valori ideali si collocano tra 30 e 100 ng/mL; sotto i 20 ng/mL si parla di insufficienza, e al di sotto di 10 ng/mL di carenza severa.
La luce solare resta la fonte più naturale e potente: bastano 20 minuti al giorno di esposizione diretta. In aggiunta, portare in tavola pesce azzurro, uova, latte fortificato e olio di fegato di merluzzo aiuta a coprire parte del fabbisogno quotidiano.
Quando dieta e sole non bastano, il medico può suggerire integratori di colecalciferolo (D3):
800-1.000 UI/die per mantenimento;
2.000 UI/die in caso di carenza;
dosaggi personalizzati per chi presenta deficit più marcati.
La vitamina D va assunta con un pasto contenente grassi “buoni”, come olio extravergine o frutta secca, che ne migliorano l’assorbimento.
Non esiste una “pillola magica” contro l’obesità, ma una vitamina D adeguata può aiutare a ottimizzare il metabolismo, migliorare il tono dell’umore e rendere più efficaci i percorsi di dimagrimento.
In altre parole, prendersi cura del proprio sole interno — quello che nasce da buone abitudini, movimento e alimentazione equilibrata — è il primo passo per far splendere anche la salute.