Bambini, Allarme Pappe Fatte in Casa. Meno Sane di Quelle Industriali. Polemica

21 Luglio 2016   07:00  

Le pappe fatte in casa da mamma e papà per il loro bambino potrebbero essere a volte meno sane rispetto a quelle confezionate, provocando in particolare un aumento di peso nel piccolo perché troppo grasse. Sono i controversi risultati di uno studio scientifico pubblicato sugli 'Archives of Disease in Childhood' da ricercatori dell'Università di Aberdeen, guidati da Sharon Carstairs, secondo cui, appunto, i piatti casalinghi sono sì più convenienti, ma di solito contengono più grassi e calorie di quanto raccomandino le linee guida.

Risultati che, chiaramente, hanno riaperto il dibattito su cosa è meglio far mangiare ai bebè una volta iniziato lo svezzamento, al fine di promuoverne sviluppo fisico e mentale. I nuovi dati "sorprenderanno molti genitori - ammette Carstairs - ma la maggior parte degli alimenti industriali, anche se più cara, garantisce un pasto ad alta densità di energia con una maggiore varietà di alimenti".

Conclusioni alle quali gli esperti sono giunti dopo aver confrontato il costo e il contenuto nutrizionale di 278 pasti pronti destinati ai bambini di età inferiore ai 5 anni, acquistati nei supermercati o in farmacia (di cui 174 biologici), e 408 cucinati in casa con ricette provenienti da 55 libri di cucina rivolti specificamente ai lattanti e ai bambini.

I pasti industriali sono risultati di gran lunga più costosi: 80 centesimi di euro per 100 g, rispetto ad appena 30 centesimi per 100 g per i piatti cucinati in casa. Mentre a livello nutrizionale sono emersi pro e contro per entrambe le opzioni. Le ricette casalinghe, dice lo studio, contenevano il 51% in più di calorie rispetto ai prodotti commerciali e un maggior contenuto di carboidrati, sale, proteine, grassi saturi e totali rispetto alle scelte industriali, fornendo dal 7% al 200% in più di sostanze nutritive.

I pasti cucinati in casa contenevano inoltre un po' più di zucchero: il 2,5% contro il 2,2%. In pratica, le ricette casalinghe forniscono il 26% in più di energia e il 44% in più di proteine ​​e di grassi, che pur essendo di vitale importanza per la crescita del bambino, se in quantità eccessive possono avere un impatto sul rischio di obesità.

Come di consueto il consiglio degli esperti è di variare la scelta: "Questo studio dimostra non solo che sarebbero necessari standard normativi per i prodotti commerciali - dice Neena Modi, presidente del Royal College of Paediatrics and Child Health - ma anche che i genitori dovrebbero essere supportati per essere 'nutrizionalmente consapevoli'".


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